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A 70 ANNI DALLA NASCITA DI STEVE JOBS LA VERA EREDITÀ SONO I DIRITTI IP
Di Beatrice Marone
Il 24 febbraio 1955 nasceva a San Francisco Steven Paul Jobs, meglio noto come Steve, il cui nome è indissolubilmente legato non soltanto alla nascita, ma anche alla rinascita di Apple. Nel 1976 Jobs fonda con Stephen Gary Wozniak Apple Computer, azienda produttrice di computer dotati di un solo microprocessore, raggiungendo in breve tempo un ruolo rilevante nel settore grazie, tra gli altri, al primo prodotto diventato icona, il computer Macintosh. Tuttavia, nel 1985, la società licenzia il proprio fondatore che l’anno successivo contribuisce a fondare Pixar Animation Studios. A seguito di una forte crisi delle vendite, nel 1996 Apple acquisisce NeXT Computers, fondata nel 1989 dallo stesso Jobs, con il conseguente rientro dello stesso in azienda in qualità di amministratore delegato. La campagna “Think Different” segna l’inizio di una nuova stagione di successi, culminata con l’introduzione di prodotti quali l’iPod, iTunes e l’iPhone.
Proprio tale frase è stata recentemente oggetto di attenzione del Tribunale dell’Unione Europea. Apple Inc. aveva, infatti, depositato differenti domande di marchio divenute registrazioni: per il segno denominativo, la domanda n. 671321 datata 1997, la domanda n. 845461 datata 1998 e la domanda n.  4415063 datata 2005; per il segno figurativo

ben quattro domande datate 16 dicembre 2020, in particolare la n. 18355804 in classe 28, la n. 18355809 in classe 9, la n. 18355813 in classe 14 e la n. 18355817 in classe 42. In particolare, le tre registrazioni per il segno denominativo sono state oggetto di procedimenti di decadenza instaurati nel 2016 da Swatch AG che hanno ottenuto esito positivo dinanzi alla Divisione di Annullamento, prima, e alla Commissione di Ricorso, poi. Apple Inc. ha proposto appello dinanzi al Tribunale di Lussemburgo che, nei procedimenti congiunti n. T-26/21, T-27/21 e T-28/21, ha nuovamente respinto le argomentazioni formulate dalla multinazionale statunitense. In particolare, il Tribunale ha evidenziato che l’ampio ventaglio di articoli di stampa inseriti da Apple Inc. fra il materiale documentale attestavano certamente il successo della campagna pubblicitaria nell’anno 1997, ma risultavano estranei al periodo rilevante, ricompreso fra l’ottobre 2011 e l’ottobre 2013.
 
Ad oggi, sono circa duecento i marchi di titolarità di Apple Inc. che includono il segno “THINK DIFFERENT”, depositati e/o registrati dinanzi ad una molteplicità di Uffici di Proprietà Intellettuale nazionali, regionali e internazionali. Tuttavia, l’eredità di Jobs non corrisponde soltanto alle privative industriali di titolarità dell’azienda, ma altresì in una molteplicità di privative nelle quali figura la persona fisica Steve Jobs. Dopo il primo brevetto, datato 1983 per il prodotto “personal computer”, è stato calcolato che siano state depositate più di un migliaio di domande di brevetto in cui Jobs risulta tra gli inventori, delle quali più dell’86% sono state concesse. Circa la metà di tali brevetti risultano ancora validi nel 2024.
Tra di essi, ad essere oggetto del maggior numero di citazioni è il brevetto statunitense n. US-7479949-B2 (domanda n. US12/101832), depositato l’11 aprile 2008 con rivendica di priorità del 6 settembre 2006 e concesso il 20 gennaio 2009. Dal titolo “touch screen device, method, and graphical user interface for determining commands by applying heuristics”, costituisce, forse, uno dei più fulgidi esempi di quella che è stata la rivoluzione di Jobs non soltanto nel settore della telefonia, ma della tecnologia e della società.

Infatti, è particolarmente interessante il fatto che le invenzioni incluse nel cosiddetto portfolio di Jobs non riguardano soltanto i prodotti iconici, ma anche elementi che esprimono una visione fortemente ancorata ad un valore nel tempo divenuto cardinale, quello di un’interfaccia utente che sia più intuitiva e immediata possibile. Proprio tale prospettiva pare aver costituito la chiave del successo di Apple Inc., in grado di proporre ai propri clienti un’esperienza anziché un semplice prodotto, portando i consumatori a scegliere l’azienda anche (e soprattutto) per la filosofia proposta. Ciò è evidente dal fatto che Jobs risulti inventore, a titolo di esempio, di molteplici brevetti per “packaging”, tra cui quelli relativi a iPhone e iPod.
Occorre, in tal senso, notare che dinanzi allo United States Patent and Trademark Office (USPTO), territorio nel quale sono state depositate la maggior parte delle privative che includono Jobs quale inventore, anche i design, ossia i diritti di privativa industriale atti a tutelare l’aspetto estetico di un prodotto, vengono identificati con la natura di brevetti. Di conseguenza, anche elementi di arredo, tra cui l’iconico cubo di vetro posto per la prima volta all’ingresso dell’Apple Store sulla Fifth Avenue, rientrano nel portfolio IP di Jobs.
Nonostante sia stato calcolato che il portfolio IP di Apple in relazione ai brevetti si sia, in realtà, formato proprio nel periodo di esclusione di Jobs, tra il 1986 e il 1996, il ritorno di Jobs ha segnato un punto di svolta, con la creazione del team Industrial Design, che ha portato le invenzioni ad ampliarsi rispetto al cluster originario. Di conseguenza, l’estensione della superficie di prodotti tutelati tramite le privative industriali è segnale evidente dell’espansione di Apple, riflesso della mente di Jobs, che, quasi quindici anni dopo la sua morte, ha lasciato un’impronta ben più che evidente.
